Vicolo dell’Aquila (R. VI – Parione) (da Corso Vittorio Emanuele II a piazza della Cancelleria)
Il vicolo prende il nome dal palazzo appartenuto ai Dell’Aquila, famiglia che possedeva anche un altro palazzo che era in Borgo [1], edificato su disegno di Raffaello.
Il palazzetto, che è stato attribuito al Bramante, al Peruzzi, a Michelangelo od a Raffaello ed ancora al suo discepolo Puppi, sembra fosse effettivamente opera di Antonio da Sangallo il giovane (1484-1546).
Il palazzetto era stato fatto costruire dal prelato bretone Tommaso Le Roy, protetto dalla duchessa Anna di Bretagna (1477-1514), venuto a Roma (1494) al seguito di Carlo VIII (1483-1495) e divenuto dignitario influente della corte pontificia, sotto Giulio II (Giuliano Della Rovere - 1503-1513) e Leone X (Giovanni de´ Medici - 1513-1521). Alla morte del Le Roy, per più di un secolo, si dibatté alla Rota intorno al possesso del suo palazzo, che, con sentenza del 19 gennaio 1628, fu attribuito a Françoise de Vaucouleurs, nobile bretone.
Appartenne poi ai Dell´Aquila, ai Silvestri, a Flavio Orsini, ai Bucimazza, ai Linotte, ai Regis ed in ultimo al Comune di Roma che lo fece restaurare completamente fra il 1898 e il 1905.
Il palazzo fu chiamato dal popolo “la Farnesina dei Baullari”.
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[1] ) Quello di Borgo fu demolito per costruire il portico del Bernini. Quello del vicolo dell’Aquila, si dice sia stato costruito coi travertini del Colosseo, avanzati dalla fabbrica della Cancelleria vicina.
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